Si tagliano i lavoratori e si preservano i privilegi della Casta
La Camera dei deputati dà il via ai tagli.
Nulla, però, a che vedere con i privilegi e le spese folli dei
parlamentari. Se c’è da stringere la cintura, meglio che a farlo siano
prima i lavoratori. E così, in nome della riduzione dei costi della politica, 350 persone circa verranno licenziate tra poche settimane. Sono i dipendenti della Milano 90 srl,
che gestisce in appalto per la Camera dei deputati servizi come la
mensa, la posta e le pulizie. Lavoratori che di certo hanno poco a che
vedere con vitalizi e privilegi: per ciascuno di loro la paga mensile
ammonta, infatti, a 980 euro al mese.
I licenziamenti sono la conseguenza di un affitto revocato. Quello di Palazzo Marini 1, a due passi da Montecitorio. L’edificio storico è di proprietà del potente imprenditore romano Sergio Scarpellini che è anche il titolare della Milano 90 srl.
Nel 1997 il Parlamento volle regalare un ufficio dignitoso a ogni
deputato e per questo decise di affittare Palazzo Marini 1 e gli altre
tre edifici gemelli di piazza San Silvestro. Per
Scarpellini, che aveva acquistato gli stabili poco tempo prima con un
mutuo (che di fatto è stato pagato dal Parlamento), si rivelò un affare
straordinario. La Camera dei deputati stipulò infatti con
l’immobiliarista un contratto da nove anni più nove, che ammontava a 444 milioni di euro. Con la stessa cifra si sarebbero potuti acquistare immobili al centro di Roma per oltre 60mila metri quadrati.
Solo per l’affitto di Palazzo Marini1, lo Stato paga 25 milioni di euro all’anno,
circa 2 milioni di euro al mese. Una cifra così alta anche perché
Sergio Scarpellini guadagna due volte. La Camera dei deputati infatti
non solo gli paga il canone mensile, ma ha affidato alla sua ditta, la
Milano 90 srl, una serie di appalti all’interno dei quattro palazzi di
piazza San Silvestro: il bar, la mensa, il catering, la lavanderia, i
commessi e persino il servizio posta. Il solo servizio di ristorazione
della mensa e della lavanderia è costato 2,7 milioni di euro all’anno e 3,7
il presidio di pronto intervento e antincendio. Ma dopo quattordici
anni, il Parlamento si è accorto di pagare troppo e così ha deciso che
il prossimo 31 dicembre non rinnoverà l’affitto di Palazzo Marini 1. Per
gli altri tre invece il contratto non prevede la facoltà di recesso e
quindi bisognerà attendere le scadenze fissate tra il 2015 e il 2018.
“È assurdo che siamo noi, con stipendi normalissimi, a dover pagare per i privilegi della politica, stanno usando i lavoratori come scudo”, denuncia Tiziana, una delle lavoratrici che da gennaio rischia di trovarsi senza lavoro, “Scarpellini ammortizza le perdite sulla nostra pelle”.
La Milano 90 srl ha in tutto 530 dipendenti, ma se i licenziamenti passeranno l’organico verrà ridotto a 180 unità a partire dal prossimo gennaio.
Chi invece non ne fa un dramma è Sergio Scarpellini.
Perde l’affitto di Palazzo Marini, ma resta pur sempre il locatore di
fiducia delle istituzioni italiane. Palazzo San Macuto e l’edificio di
vicolo Valdini dove la Camera ha altri uffici appartengono infatti
sempre a lui. Suoi sono anche gli immobili di via delle vergini a Roma
che ospitano uffici del Consiglio di Stato e quelli di largo Ioria, sede distaccata del Comune di Roma. A Scarpellini paga l’affitto anche la Regione Lazio alcuni assessorati e persino la presidenza della Repubblica.
Nessun commento:
Posta un commento